La vera bohem di Palermo è qui, su questo vecchio selciato, questa vecchia radura di pietre, la Piazzetta di Ballarò. E' qui che batte il vero cuore della Palermo più oscura e affascinante. Un posto dove la vita pulsa, la libertà si respira, come un'essenza, nell'aria. Luci suoni e colori, tutti magici, strofe di vecchie canzoni da osteria, seduti su vecchie panche di legno, o sulle scatole vuote, verdi, della Forst, che qui fanno da sedie e da tavoli, e che diventano, nelle case degli studenti fuorisede, pezzi di librerie componibili, e altri pezzi di frugale design da crisi. Qui si beve la Forst, da 66cc ovviamente, o meglio si condivide, perchè la Forst non si beve da soli, almeno non qui, una Forst a Ballarò è un rito collettivo, si gusta in cerchio, divisa nei bicchieri di carta, ogni scusa è buona per un brindisi, perchè la vita, nonostante lo spread e la crisi, con una Forst e una chitarra, e magari un piatto misto panelle e crocchè, non sembra mai brutta del tutto. Un luogo in cui non pensare al domani, in cui non farsi domande, la piazza di Ballarò verso il tramonto, quando si spengono le voci del mercato e si accendono luci, tra le ombre oblique dei tendoni delle pescherie, o delle precarie architetture di cassette di frutta, venite qui lasciare a terra le zavorre dell'anima. In un'aria che sa di tabacco e musica, dove brindare è facile come innamorarsi, ritornerete gli studenti coi sogni in testa e le converse ai piedi, che in fondo all'anima forse non avete mai smesso di essere. Consigliato a tutti quelli che hanno nel cuore qualche ricordo universitario indelebile, di quelle storie nate tra dispense e saggi in economica, quando la prospettiva della sveglia era solo una piccola, risibile, nuvola all'orizzonte. Passate a Ballarò per una birra, mettete il futuro in pausa, per un brindisi.