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Foro Italico Umberto I

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"Figuratevi una banchina lunghissima e larghissima, leggermente arcuata per seguire la curva della riva, piantata di alberi dalla parte della città e scoperta dalla parte della baia. Le carrozze vanno e vengono, su diverse file alternate, come ai Campi Elisi. Si mettono al trotto non appena la musica ha finito un pezzo, e riprendendo il passo, tutte insieme, quando si sentono le prime battute di un valzer o di una marzurka, che arrivano a sbuffi sonori dal minuscolo chiosco, laggiù, verso la meta. È un’illusione oppure il rumore si perde semplicemente nello spazio illimitato? Mi sembra che nessun rumore si alzi da questa folla in movimento”. Così ne scriveva lo scrittore francese René Bazin innamoratosene.

Inizialmente conosciuto come Foro borbonico, sotto il dominio dei Borboni, nel 1860, con l'Unità d'Italia, prese il nome attuale.

Oggi è un oasi di verde che costeggia la lunga passeggiata dal "Castello a mare" della Cala fino alla "Villa Giulia", perfetto per scaldarsi al sole magari assaporando un buon gelato presso uno dei  numerosi chioschi sotto le possenti mura.

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